Asperger
La “Sindrome di Asperger” prende il nome da Hans Asperger, il medico che per primo la identificò e la descrisse. Aveva riconosciuto un particolare quadro clinico che presentava delle alterazioni a livello dell’interazione sociale, delle abilità comunicative, e degli interessi che apparivano atipici rispetto all’età cronologica.
Chi è Hans Asperger?
Si tratta di una figura controversa e dibattuta.
Hans nasce a Vienna nel 1906, e sin dai primi anni della sua infanzia dimostra più di qualche difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei; sempre più spesso preferisce isolarsi per dedicarsi giovanissimo agli studi letterari. Da giovanotto rivolge invece il suo interesse alla medicina, e a 25 anni è già Pediatra e direttore del reparto di Pedagogia infantile dell’ospedale di Vienna.
La sua “fortuna” sembrò arrivare però con l’annessione dell’Austria da parte della Germania di Hitler; ebbe infatti numerose opportunità lavorative dal momento in cui i suoi molti colleghi di origine ebraica furono messi al bando e perseguitati. Asperger non era iscritto al partito, ma collaborò comunque al programma nazista di selezione della “razza” ariana. Fu proprio quella esperienza a dargli l’occasione di osservare moltissimi bambini con difficoltà, e a consentirgli di formulare la sua teorizzazione. Il costo della sua scoperta fu però alto: una moltitudine di persone abili diversamente e di più di 800 bambini furono spietatamente selezionati ed uccisi.
Cos’è la sindrome di Asperger?
La sindrome di Asperger è una forma di autismo, spesso definita “ad alto funzionamento“, che investe principalmente le interazioni sociali. Tra le sue caratteristiche annovera inoltre stereotipie ed attività/interessi ristretti. Diversamente dall’autismo, non determina ritardi gravi né dello sviluppo del linguaggio né dello sviluppo cognitivo.
Fino al 1994, la sindrome di Asperger era considerata come un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, insieme all’autismo. Nel 2013 invece viene inserita tra le caratteristiche delle persone con Disturbo dello Spettro Autistico.
Come si comporta un Aspie?
Gli Aspie (le persone che ne sono affette) appaiono spesso poco empatici, scarsamente in sintonia con i vissuti altrui o con il contesto e le regole sociali; comunicano i propri pensieri senza filtri, in maniera diretta e sincera.
Ciò comporta loro difficoltà a tessere legami e a sentirsi di conseguenza esclusi.
A volte viene da chiedersi se il problema sia la loro “irrinunciabile schiettezza” o la scarsa propensione delle società “civilizzate” a fare i conti con la non omologazione!
Talvolta raccolgono montagne di informazioni dettagliate su un argomento specifico senza che abbiano un’autentica comprensione del suo senso più ampio. Un mio piccolo paziente, ad esempio, conosceva a memoria tutte le date degli eventi astronomici degli ultimi 5 secoli, senza però avere il benché minimo interesse per l’astronomia in generale.
Tali interessi cambiano spesso nel corso della crescita, e generalmente diventano sempre più singolari e pervasivi delle relazioni sociali.
Diagnosi
Una prima diagnosi avviene solitamente entro gli undici anni di età. Si tratta di una valutazione multidisciplinare che comprende esami neurologici, genetici, cognitivi, psicomotori, della comunicazione verbale e non verbale, dell’apprendimento e delle autonomie.
Il protocollo diagnostico di maggiore attendibilità oggi combina una intervista semi-strutturata ai genitori (Autism Diagnostic Interview-Revised) e un dialogo basato sul gioco con il bambino (Autism Diagnostic Observation Schedule).
È possibile che i clinici confondano inizialmente la sindrome di Asperger con un Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) o con un Disturbo ossessivo-compulsivo. Una diagnosi precoce invece è assolutamente fondamentale per le gravi ripercussioni che ha sulla vita psichica del bambino e della famiglia se non adeguatamente trattata.
Come si cura?
Le terapie farmacologiche sono assolutamente inutili per la cura della sindrome, ma risultano efficaci per per alleviarne le comorbilità (depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo). Inoltre è molto importante sostenere e formare le famiglie per migliorare le prestazioni dei bambini; è fondamentale che collaborino con i clinici per individuare i punti di forza ed i limiti su cui lavorare.
Diversi e recenti studi affermano che i sintomi Asperger diminuiscono col tempo; in un adulto su cinque, tra coloro che da bambini avevano ricevuto diagnosi Asperger, pur presentando ancora lievi difficoltà sociali e comunicative, non si rileva più lo stesso quadro clinico.
Asperger e genialità
Gli “aspie” sono sempre molto focalizzati e sistematici sul loro obiettivo. La maggior parte di essi ha capacità matematiche nella media, tuttavia alcuni sono molto dotati in discipline quali la matematica, l’informatica, la musica, la linguistica, l’ingegneria e la scienza, “grazie” proprio alla forte attenzione ai dettagli.
Al Centro di ricerca sull’autismo dell’università di Cambridge sono convinti che sia proprio la combinazione tra sindrome di Asperger e le spiccate abilità a fare di persone potenzialmente comuni dei geni indiscussi della storia umana.
Albert Einstein, Isaac Newton, Darwin e Michelangelo Buonarroti, o più di recente Steve Jobs, Mark Zuckerberg, e Greta Thunberg sono certamente validi esempi.
La Giornata mondiale della sindrome di Asperger
Questa giornata è dedicata a chi soffre di questa particolare sindrome, e nasce dall’esigenza di sensibilizzare e di informare sui sintomi e sulle origini.
La giornata si celebra nel giorno del compleanno di Hans Asperger, il 18 febbraio di ogni anno.
Dr. Angelo Cirillo
Psicologo Psicoterapeuta
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